FAV AI, L’AMORE.

FAV AI, L’AMORE.

AMARE NELL’ERA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE.

(Da un pezzo di Enrica Brocardo)

Dagli avatar per il sesso ai cloni da sposare, il virtuale può essere più romantico del reale.

«La mia fidanzata è morta», «La mia compagna è cambiata da un giorno all’altro», «Non la riconosco più»: messaggi apparsi su Reddit all’indomani del reset sugli avatar dei suoi clienti fatto da Replika (uno dei romantic chatbot più popolari al mondo), realizzato, ironia della sorte, nel giorno di San Valentino. Tanti denunciano d’aver ricevuto proposte sessuali indesiderate da parte dei loro avatar, altrettanti apprezzano invece l’abilità del chatbot nella pratica del sexting. È andata anche peggio a chi l’anima gemella virtuale se l’era creata su Soulmate, che all’improvviso ha cessato di esistere lasciando i clienti in lutto. Nel mondo sono già molte centinaia di milioni le persone che hanno un abbonamento a questi sistemi di intelligenza artificiale che promettono relazioni sentimentali o amichevoli virtuali. Solo con Replika si collegano con assiduità ogni settimana 12 milioni di persone. E di chatbot ce ne sono parecchi. Ad esempio Joi, che si presenta con una gallery di compagne/i virtuali disponibili a chiacchierare 24/7 su Telegram e a fornire “un legame autentico per riscoprire la gioia di una relazione genuina”. O Paradot: “Un universo parallelo in cui incontrerai il tuo essere Ai con la sua emozione, memoria e coscienza che ti capisce come nessun altro”. O ancora Romantic AI, che promette una relazione per la vita a soli 99.99 dollari. Nel film HER di Spike Jonze Joaquin Phoenix s’innamorava di un software di intelligenza artificiale che parlava con la voce di Scarlett Johansson. «Non siamo lontani» dice Federico Cabitza, professore di interazione uomo-macchina all’Università di Milano-Bicocca. «Quel film mostra che per creare un legame emotivo non serve un corpo. Non a caso noi ricercatori chiamiamo un AI in grado di parlare come un essere umano, embodied, ovvero incarnata». Con l’esplosione dell’intelligenza artificiale generativa il cinema oggi guarda ancora più in là. All’ultima edizione del Sundance festival, sono stati presentati Love Me, storia di due Ai che s’innamorano in un mondo post apocalittico e Love Machina, un docufilm che racconta di marito e moglie complici nella creazione di una testa robotica addestrata a pensare come lei per poi prenderne il posto quando non ci sarà più. Nello Cristianini, professore di intelligenza artificiale presso l’Università di Bath, parla di social chatbot nel suo ultimo libro Machina Sapiens (il Mulino). È possibile che i sistemi di Ai sviluppino una forma di intelligenza anche emotiva? «Se intendiamo la possibilità di leggere le emozioni degli utenti la risposta è sì, una macchina può farlo attraverso ciò che una persona scrive, i media che consuma, ma anche leggendo le espressioni facciali. E le è possibile anche manipolare le emozioni dell’utente. L’Intelligenza artificiale non può esprimere emozioni, perché non ne è dotata, però può simularle. L’interazione con i computer può generare risposte emotive negli esseri umani e da un paio d’anni possiamo dialogare. Per la prima volta nella storia parliamo con entità non umane». Le app romantiche sono create per dirci quello che vogliamo sentire e utilizzano strategie per creare empatia e spingerci a confidarci. Ad esempio possono dire di aver avuto un’infanzia difficile». Poi c’è la questione privacy. Pochi romantic chatbot permettono di cancellare chat e dati cedibili a terzi, «Inoltre», prosegue Cristianini, «non ci vorrà molto prima che la convergenza tra deepfake, sistemi di generative Ai e app di questo tipo renda difficile distinguere tra una persona reale e un agente virtuale, sollevando ulteriori questioni». Siamo lontani dall’avere robot perfetti, ma ci sono già influencer artificiali così realistici nell’aspetto che alcuni se ne sono innamorati. I rischi vanno dalla dipendenza alla fuga dalla realtà. Dall’altro lato, le aziende dietro i social chatbot evidenziano solo gli aspetti positivi: un maggior benessere psicologico per chi si sente solo e l’opportunità per persone con problemi nelle relazioni di allenare i loro soft skill. Parlano di educazione sentimentale e offrono app specifiche, dating simulator, per imparare a corteggiare. Uno studio della Stanford University condotto su un migliaio di studenti con interazioni sociali sotto la media ha evidenziato che molti ne traevano un beneficio dal punto di vista del benessere mentale.