fav storia.
Meschini ancor più che criminali, la miseria dei nazisti a Norimberga.
Il resoconto del processo scritto da Rebecca West e i suoi acuti ritratti dei protagonisti: «Göring, quando era di buon umore, faceva pensare alla maîtresse di un bordello».
La rappresentazione del processo, avvolto in un alone di morte, è il suo capolavoro. Più scrittrice che giornalista. I suoi giudizi sui capi nazisti sono piccoli cammei d’autore. Forse sbagliò, Rebecca West, nel raffigurare Göring: non era soltanto «la maîtresse di un bordello», era un uomo che fino all’ultimo credeva di non aver perso il potere del comando, ma che due ore prima di finire nelle mani del boia si liberò del fardello ridanciano della paura e inghiottì il veleno di una fiala introdotta nella cella, come il suo Führer e come il suo rivale nella successione, Heinrich Himmler.
È forse più ironica e lieve che pietosa, l’autrice, non è moralista, non ripercorre nei suoi scritti le atrocità dei nazisti, quel che fecero agli ebrei, agli uomini di sinistra, ai dissidenti religiosi, agli omosessuali, agli zingari, a mezza Europa. Dà per scontato che i delitti andavano puniti, che la guerra di aggressione era compresa come crimine già nel Patto Briand-Kellogg del 1928, non discute la legittimità di un processo fatto dai vincitori ai vinti. È cavallerescamente oggettiva: «Va detto, scrive, che tra loro non ci fu un solo codardo. Persino Ribbentrop, che dal terrore era bianco come un cencio, mostrò una dura dignità».
Non ha, Rebecca West, lo stile rigido di Hannah Arendt che nel suo La banalità del male descrive da storica e da filosofa qual era la figura di Adolf Eichmann: «Un ometto, non il diavolo sterminatore». Rebecca West è soprattutto una romanziera ( Il ritorno del soldato , La famiglia Aubrey ), è attenta ai particolari minuti, la vita le interessa più della politica. Basta, per farlo capire, il titolo bizzarro del suo libro. Con gli altri giornalisti era stata alloggiata in una villa con un gran parco e una serra. Dove lavorava – lo aiutava una bambina – un uomo con una gamba sola, l’altra l’aveva persa in Russia. Aveva saputo del processo, aveva chiesto al padrone dello Schloss , il castello, di poter far rifiorire la serra abbandonata. Fece nascere gigli scarlatti, primule, ciclamini bellissimi coi fiori simili a farfalle, i petali simili ad ali. Li vendeva agli ufficiali americani, inglesi, francesi. Fu rattristato davvero quando il processo finì. Per lui fu quella la caduta degli dei.