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Purity di Jonathan Franzen. La purezza non ci salverà.

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FRANZEN-Jonathan-writer-a-BASSO-CANNARSA-LUZphoto-2-Ogni famiglia è infelice a modo suo, scriveva Tolstoj, ma semmai avessimo qualche dubbio sulla questione il nuovo romanzo di Jonathan Franzen ce li scioglie tutti. Purity è la storia di una famiglia che all’inizio non sa nemmeno di esserlo, ed è una storia pazzesca, una meravigliosa commedia umana che duecento anni fa avrebbero potuto scrivere Charles Dickens o Honoré de Balzac. I protagonisti hanno tutti una cosa in comune (fra loro, ma forse anche con Franzen stesso): non gli piace come va il mondo, lo vorrebbero rivoltare, purificare, e lo stesso vorrebbero fare con le loro vite, anche se sono i primi a sbagliare in continuazione, schiacciati da sensi di colpa e da ansie da prestazione. La prima di questi tenaci bacchettoni alla ricerca della verità è quella che dà il titolo al romanzo, Purity, detta Pip. Ventidue anni, brillante e complessata figlia di una donna single negli Stati Uniti suburbani, che l’ha cresciuta colmandola di un amore così esclusivo che esclude tutto il resto del mondo, a cominciare dal padre di cui si rifiuta ostinatamente di rivelare l’identità. Cercando l’uomo che l’ha generata, e che magari potrebbe saldare il suo mutuo universitario, Pip trova Andreas Wolf, un guru del web alla guida del Sunlight project e di uno sgangherato gruppo di idealisti che, accecato come una setta, persegue l’obiettivo di un mondo senza più segreti. Stati, multinazionali, banche, organizzazioni umanitarie, politici, personaggi famosi, parenti, amici; nessuno si salva, tutti possono essere ribaltati come tappeti alla ricerca del più piccolo granello di polvere. Wolf è cresciuto nella Germania dell’Est, è figlio di un importante funzionario della Stasi, ha imparato da bambino i meccanismi del potere di chi sa ed è nella posizione di rivelare i segreti. Allora era una rete di informatori che denunciava anche il più piccolo dissenso, oggi è la rete del web, ma in questa nuova società della trasparenza chi decide chi sono i puri e chi gli sporchi? Oggi che è tutto alla luce del sole, chi è il sole? Con Purity, Franzen risponde alla nostra cultura che riduce la società al suo fantasma, il social network, per dire che è nella letteratura che possiamo ritrovare un’educazione alla verità. Lo fa usando la narrativa, per mostrare qualcosa che difficilmente il cinema, la tv o il web possono permettersi: cosa vuol dire, anche in termini di conoscenza e di morale, il cambiamento del punto di vista. Ci sono tante ragioni per leggere le 650 pagine di Purity, ma la prima per noi è che a ogni capitolo cambia punto di vista – e ci fa cambiare opinione – mettendo a fuoco diversamente quello che abbiamo già davanti. Il finale non vogliamo rivelarvelo, ma una cosa dovete saperla: la purezza non ci salverà.