fav venticello.

La calunnia social soffia più forte.

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troll“La calunnia è un venticello/ un’auretta assai gentile/ che insensibile, sottile/ leggermente, dolcemente/ incomincia a sussurrar./ Piano piano, terra terra/ sotto voce, sibilando/ va scorrendo, va ronzando;/ nelle orecchie della gente/ s’introduce destramente/ e le teste ed i cervelli/ fa stordire e fa gonfiar.” L’aria del Barbiere di Siviglia è più poetica – scrive Federico Rampini – ma non è meno crudele della diffamazione a mezzo social di oggi. E anche la frase del filosofo inglese del ‘600 Francis Bacon “Calunniate, calunniate, qualcosa resterà.” sembra scritta oggi per spingere le persone a diffamare altre persone. Solo che oggi con i social l’effetto della calunnia è amplificato, e le persone che riversano frustrazioni e cattiverie su altre persone sono milioni ogni giorno. E siccome l’unione fa la forza, a volte gli effetti sono devastanti, come sa bene Fareed Zakaria, giornalista americano di origini indiane, una delle firme più autorevoli di geopolitica e grande esperto di Medio Oriente. Un giorno su un sito anonimo è comparso un articolo dal titolo: “Il conduttore della CNN Fareed Zakaria incita allo stupro delle donne bianche nel nome della jiaad.” che sosteneva che in un suo blog Zakaria aveva incitato la cattura delle donne americane allo scopo di usarle come schiave sessuali e in un suo Twitter aveva scritto la frase “Ogni morte di un bianco mi riempie gli occhi di lacrime di gioia.” Da allora centinaia, migliaia di persone hanno cominciato a segnalare quel blog, a twittarlo e ritwittarne il link, aggiungendo i commenti più volgari e razzisti. Vista la quantità di commenti e di segnalazioni alcuni siti hanno poi ripubblicato la cosa come una notizia accertata, e ad ogni nuovo ciclo il livello di isteria cresceva, c’era chi chiedeva il suo licenziamento, chi la sua deportazione, chi addirittura la sua uccisione. Se qualcuno provava a cercare il blog iniziale non trovava niente, ma i detrattori di Zakaria dicevano che visto il polverone sollevato era stato rimosso da Zakaria stesso. Poi le intimidazioni digitali sono diventate anche violenze reali: telefonate di minacce rivolte alle sue bambine di 7 e 12 anni. Nonostante tutto questo, Zakaria ha cercato una morale positiva della sua storia: non importa quanto le bugie diventino virali, restano bugie. La verità è che chi è attaccato da questa nuova forma di calunnia non può fare molto per difendersi, rivolgendosi alle forze dell’ordine e facendo dichiarazioni attraverso i propri avvocati spesso si finisce per fare pubblicità alla calunnia stessa. Forse l’unica soluzione è quella che può trovare ciascuno di noi ogni volta che siamo davanti ad uno schermo: voltarci dall’altra parte e non dare ascolto alle diffamazioni anonime in rete, non unirci all’esercito dei Trolls, non avvalorare il loro venticello di fiele facendolo diventare più forte a colpi di clic.